Eccoci in questo secondo episodio di BlaBla Travel, uno spazio interamente dedicato alle storie di viaggi che questa volta ci porta alla scoperta di due destinazioni un pò insolite e ancora poco turistiche lungo la Via della Seta. Grazie al magnifico viaggio di Francesca Beccaria potremo scoprire questi luoghi magnifici in tutte le loro sfaccettature!
Potrete trovare di seguito il video della sua intervista e la trascrizione delle risposte. Spero che possa esservi d'aiuto se avete l'idea di fare questo tipo di viaggio in futuro! Se necessitate di maggiori informazioni non esitate a contattarmi.
Francesca è di Carrù ma abita ormai da qualche anno a Torino. Si occupa dell’export di un pastificio, ma ha come passione il viaggio. Quando viaggia le piace scoprire i cibi e i sapori tradizionali, che lei definisce come l'anima del posto che si sta visitando.
Da cosa nasce l'idea del tuo viaggio e la scelta di queste destinazioni?
Tutto parte da un'ossessione per Samarcanda, il centro della via della seta e la protagonista della canzone di Vecchioni. Samarcanda mi infonde l’idea di un’atmosfera da “Mille e una notte”; da lì nasce il sogno dell’Uzbekistan. Da sempre mi piace molto la cultura araba, infatti sono già stata in Iran e in Tunisia. Ciò che più mi attirava del Kyrgyzstan, invece, erano le steppe sconfinate e le yurts che io associavo forse un pò all'immagine della Mongolia. Per conoscere meglio questa destinazione ho letto un diario di viaggio e ho capito che per visitare l’Uzbekistan ci sarebbero voluti circa 7, 8 giorni. Sono quindi partita con Laura, una mia amica anche lei era interessata a queste destinazioni e così, nell’agosto 2018 siamo partite per un viaggio di 17 giorni che ci hanno permesso di visitare con molta calma.
Come ottieni di solito le informazioni sulle mete che vuoi visitare, sul viaggio e su che cosa vedere?
Di base cerco su Google dei diari di viaggio, utili soprattutto per calcolare i tempi di spostamento e per capire quali mezzi siano più adatti. La parte forse più difficile è l'aspetto burocratico: per Uzbekistan ad esempio serviva il visto (poi eliminato nel 2019, mente già all'epoca per il Kyrgyzstan non era necessario.) Poi ho cercato delle agenzie per poter noleggiare sul posto un’auto e un autista, dato che le strade su Google non sono segnalate ed è quindi difficile arrivare da soli nei posti più belli.
Avete notato questa particolarità di essere ancora mete poco conosciute una volta sul posto?
In Uzbekistan c'è stato un boom turistico dopo la sua apertura; la maggior parte dei turisti sono russi, dato che hanno cultura e alcune tradizioni in comune. In Uzbekistan i palazzi, i monumenti e gli edifici simbolo del paese sono completamente nuovi poiché furono ricostruiti dopo che la Russia rase al suolo ogni cosa. Il personale è molto gentile sono tutti ospitali, vogliono accogliere i turisti. Anche in Kirghizistan è così, ma hanno mezzi più limitati.
C'è un'esperienza o un incontro che ti è rimasto particolarmente impresso?
Le città principali si trovano sulla Via della Seta, una delle mete che più mi hanno colpito è stata la cittadina turistica di Shakrisabz luogo natale di Tamerlano (figura simile a quella di Gengis Khan), che per gli uzbeki è un luogo di pellegrinaggio. Poi ho trovato bizzarro il fatto che gli occidentali vengano continuamente fermati per strada per poter far delle foto. Ad esempio, una famiglia ci ha invitate a casa a bere del té, ed erano tutti entusiasti. Un'altra esperienza interessante è stata in Kyrgyzstan, dove abbiamo dormito in un campo tenda costituito da yurts (capanne) e lì tutto è molto spartano. In quel posto ho conosciuto una guida kirghisa che sapeva parlare francese, e subito sono stata inondata di domande; ci hanno poi offerto del latte di giumenta fermentato. Non posso definirlo come la cosa più buona mai assaggiata in vita, ma non era poi così male, sembrava una birra nella consistenza, ma col sapore di yogurt fermentato.
Ci sottolinei alcune differenze e alcune similitudini tra i due paesi?
Similitudini:
la calorosità, la cultura russa (più presente in Kirghizistan che in Uzbekistan), il cibo (in Kirghizistan è però più vegetariano) e l’accoglienza.
Differenze:
in Uzbekistan ci sono cinque o sei città importanti che hanno una rete fognaria, il Wi-Fi ecc, in Kirghizistan non si trova nulla di tutto ciò da nessuna parte. L'unica città che ha una rete fognaria è Bishkek, la capitale, nelle cittadine non c'è internet per nulla (tipo in Italia 70 anni fa), infatti vivono molto a contatto con la natura, sono in parte nomadi: d'estate stanno nelle yurts, mentre in inverno tornano a casa. Vivono a cavallo e hanno molti bestiami. L’Uzbekistan è quindi più avanzato rispetto al Kirghizistan.
Quali sono le differenze culturali tra la nostra e la loro vita quotidiana?
Visitando questi paesi si ha un po’ la sensazione del “dépaysement”, infatti tutti i riferimenti non ci sono più. Ma sono abituata a questo, mi permette di scoprire tante cose e quindi non trovo scomode queste differenze. Per quanto riguardo l'aspetto religioso, lì sono tendenzialmente laici, non si sentono i muezzin poiché le moschee sono sconsacrate, non c'è quindi il bisogno di coprirsi, sono molto aperti mentalmente. Una cosa “negativa” del paese è che è molto povero, ma ora con l'arrivo di internet stanno scoprendo il mondo e vogliono fare gli occidentali.
In Kyrgyzstan c'era ancora la cultura del rapimento: se un ragazzo si innamorava, rapiva la ragazza, con la quale poi scappava. Adesso però questa usanza è stata abolita perché non sempre le donne erano consenzienti.
Lì la ricchezza si calcola in base al numero dei capi di bestiame. In più per loro è inconcepibile che due ragazze di circa 30 anni come noi non siano sposate e siano senza figli, in viaggio da sole.
Quanto tempo serve per la preparazione viaggio?
Non tantissimo, è stato tutto molto veloce. Lo abbiamo organizzato da sole dalla a alla z, per la prima volta nella nostra vita, e la soddisfazione è tanta, senti il viaggio molto più tuo così. All'inizio avevamo un po’ d'ansia, abbiamo avuto problemi coi voli, in realtà quando poi arrivi è tutto facile, ogni tanto servono anche dei colpi di fortuna e un po’ più faccia tosta per risolvere le cose in poco tempo.
Ci sono stati momenti di particolare difficoltà o momenti in cui non vi siete sentite al sicuro?
Di notte in camera non ci sentivamo troppo al sicuro ma è sempre andato tutto bene, non abbiamo nemmeno avuto particolari difficoltà con gli spostamenti. Quando i taxisti ti vedono si lanciano su di te, ognuna fa le sue offerte e ti urla le proprie tariffe, in quel momento ti senti un po' oppressa dalla situazione. Ma in generale sono paesi tranquilli, è super sicura come destinazione.
Qualche anedotto divertente?
Abbiamo passato tre notti a Samarcanda, che a posteriori ritengo essere troppe rispetto a ciò che c'è da vedere. Per questo avevamo deciso di recarci in una cittadina più lontana, famosa per il suo grande mercato mercato cittadina; quando è stata ora di tornare c'erano questi furgoncini buffi e salimmo uno di questi insieme ad una famiglia stravagante, il papà aveva tutti i denti d'oro, facevano molto ridere. Poi una cosa che ho trovato stupefacente è stato incontrare davanti al Registan tantissimi ragazzi che studiando inglese fermano i turisti per poter parlare ed esercitarsi. Ci hanno persino invitate ad un matrimonio e ci hanno fatto ballare.
A livello di valuta, la moneta è debole? Avevate un budget importante per il viaggio?
Abbiamo speso pochissimo, la spesa più costosa sono stati voli, e come sempre se la giochi sugli scali riesci a risparmiare qualcosa. L’Uzbekistan è il posto più economico in cui io sia mai stata. Per mangiare, ad esempio, spendevamo dai 3€ ai 4€ a testa, mangiando tantissimo, come un pasto completo. Il Kirghizistan è un po’ più caro, ma è ridicolo dirlo perché in realtà è anche lei una meta super economica. È stato il mio viaggio più lungo, ma per assurdo il più economico. In Uzbekistan i mezzi vanno tutti a gas e sono sempre collettivi, quindi spendi davvero poco anche per spostamenti lunghi (8 ore di viaggio, quattro passeggeri: 15€).
Cosa ha reso il vostro viaggio così speciale?
Tanti fattori: prima di tutto la mia compagna viaggio, Laura, e poi i posti che abbiamo visto. Il Kirghizistan mi è rimasto nel cuore: è autentico, incontaminato, è stato bellissimo passare delle giornate a cavallo nelle steppe e dormire nelle yurts, andare a mungere le mucche. Poi il calore della gente è surreale, ti offrono sempre il tè nonostante il loro salario sia basso e il té sia per loro una prelibatezza, insistevano sempre. Idem l’Uzbekistan. Tutto è enorme, le costruzioni sono gigantesche e tu ti senti minuscola a confronto.
È una destinazione ancora poco turistica, bisogna quindi approfittarne e visitarla ora. Hai dei consigli per chi vorrebbe viaggiare in questi due Paesi?
Il mio consiglio è quello di avere la consapevolezza di cosa significhi turismo responsabile: bisogna cercare di essere rispettosi perché loro non hanno la possibilità di smaltire rifiuti. Devi entrare in un preciso assetto mentale: sei tu che ti devi adeguare a loro, e non viceversa, è la base: sei tu l’ospite. Poi ne vale la pena di provare tutto, tutto quello che ti offrono, visitare il visitabile, e spostarsi dalle mete più battute. Non bisogna avere paura di viaggiare da solo perché la gente del posto ti aiuta. Queste dirette fanno davvero capire che se uno vuole partire da solo può farlo: Internet ora è la nostra Bibbia, le risorse che abbiamo sono enormi. Internet non deve essere un limite. Raccontando ognuno le proprie esperienze, si possono far capire tutte queste cose.
Se dovessi scegliere una foto che rappresenta il tuo viaggio?
Per quando riguarda l’Uzbekistan, quella classica da turisti ma inevitabile: la foto sotto il Registan. Sono rimasta senza parole una volta arrivata, una volta nella vita tutti dovrebbero vederlo, consiglio di andarci al tramonto per il gioco di luci. È stupefacente la grandiosità di quello che è stato costruito e poi ricostruito.
Per il Kirghizistan invece la foto con i due bambini dei proprietari del campo in cui abbiamo dormito: mentre giocavamo ci spiegavano i nomi delle cose nella loro lingua, per spiegarci cosa fosse per loro una pecora ci hanno portato da una che era appena stata scuoiata. Non lo fanno per violenza, fa parte della loro cultura. Stando a contatto con la popolazione del posto ho scoperto che esiste una sorta di polo che si svolge con una capra, è per loro una sorta di sport nazionale.
[Un grazie speciale a Noemi Amoruso per la trascrizione dell'intervista e ovviamente a Franci per aver partecipato a questo episodio e aver condiviso con noi la sua esperienza di viaggio!]
Potete trovare qui l'articolo su BlaBla Travel n.1 - Il cammino di Santiago in bicicletta !
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